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Didattica dello sperimentare
in situazione
Anna Paini
L’approccio di Antonella nel suo fare didattica insieme alle
sue studentesse ed ai suoi studenti è un modo di ri-posizionare
i saperi, di rimetterli al centro partendo dall’esperienza
e dalla soggettività delle studentesse e degli studenti.
Esperienze di sguardi nuovi e di riflessioni originali trasportate
in immagini, esperienze sensoriali, “le immagini hanno un
sapore”, dice Antonella.
Come fare a provare piacere nell’avvicinarsi al mondo dell’arte?
Assistiamo ad un inquinamento visivo, vi è una sovraesposizione
alle immagini. “Oggi non ci si emoziona più”
sottolinea Antonella.
Le parole della pedagogista Antonia De Vita gettano luce su queste
insidie: “Nel passaggio da saperi a conoscenze sempre più
specialistiche e frammentate, queste ultime vengono progressivamente
separate dai soggetti e dai contesti che ne sono all’origine.
Le conoscenze, grazie a questa separazione, assumono gli attributi
delle merci: quantificabili, trasportabili, trasferibili, riproducibili,
valutabili”; inoltre “in questa trasformazione, per
la conoscenza-merce diventa significativo il livello di smaterializzazione
che questa subisce e che, da un lato, va insieme a un assottigliamento
dello spessore delle conoscenze e competenze stesse e, dall’altro,
corrisponde a una mancanza di gusto delle cose apprese o trasmesse
da parte di chi le recepisce: una smaterializzazione che è
una perdita di sapere-sapore.” (2009:27)
L’attenzione dei percorsi didattici qui raccolti non è
volta ai contenuti fine a se stessi ma “si sposta a una sperimentazione
in situazione che produca empatia”, emozioni per riavvicinarsi
all’oggetto d’arte con una diversa consapevolezza. Alla
docente non interessa che si sia bravi/e o meno a disegnare, ma
che tutti/e affrontino il tema e sappiano creare uno scarto di tipo
concettuale.
E le pagine che seguono danno conto di una pratica educativa appassionante
che restituisce vita alla capacità assopita di percepire
lo spazio che ci circonda; di produrre qualcosa che sia al contempo
vivo e sobrio, di favorire situazioni che creino legami, che attivino
un prendersi cura del contesto. Ecco allora Conviviali, un lavoro
sul cibo che prende spunto dall’arte. Opere con soggetti gastronomici
vengono scomposte in tasselli, consegnati alle/agli studenti, ridisegnati
e ricomposti dando vita a cartoline lasciate nell’atrio della
scuola, prese e spedite. Con queste si produce l’ evento-ricreazione:
un’installazione nella scuola - Sismografo sentimentale –
e la merenda del mattino per tutta la scuola diventa una tavola
imbandita con prodotti naturali e locali a kilometro zero. La ricetta:
semplicità, ricerca, curiosità. Con un importante
ritorno educativo per lei, le studentesse e gli studenti. Una storia
di “creazione sociale” direbbe Antonia De Vita.
Antonia De Vita, La creazione sociale.
Relazioni e contesti per educare, Carocci, Roma, 2009.
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