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DialoQUI
Antonella De Nisco, Boretto Brescello Gualtieri Guastalla Luzzara
Reggiolo
…un dialogo tra le persone, lo spazio, le cose nella ricerca
di una reciproca comprensione di pace…
Affacciati alla finestra e porta il tuo sguardo oltre i limiti del
muro, osserva gli alberi che si stagliano sulla linea d’orizzonte:
verticale – orizzontale. Cielo e terra s’incontrano.
Maschile e femminile s’intrecciano. Spirito e materia si con-fondono.
Tutto ciò che è in rapporto complementare tende all’unità,
nulla può sfuggire a questa legge.

DialoQui nasce nella primavera del 2003 a Felino (Parma). Anna e
Luigi mi invitano ad effettuare un’ installazione ambientale
alla Padovana per la festa di Natura e vita. Sul luogo, mentre passeggio
con Giorgio e gli altri, lungo il filare di gelsi, rifletto su questa
indifesa e poetica archeologia rurale in via d’ estinzione.
I gelsi fieri e deboli, saggi e dimenticati, attendono pacifici
e armati di sola bellezza la voce di qualche amico della natura
che li difenda. Il luogo è intenso, riconciliante. Mentre
continuo a camminare comincio a tessere leggere visioni di oggetti
dialoganti, oscillanti intrecci vegetali, catene biodegradabili
formate da piccole potature vegetali, segni tessili che invadono
pacificamente lo spazio. Dialoghi tra I gelsi non è stato
un intervento effimero, una semplice giornata/festa con uno dei
miei tanti laboratori aperto a tutta la cittadinanza ma una presenza/testimonianza
concreta sul territorio. E da quel punto di incontro che partono
e si diffondono altalene/amache come armoniose forme in cui la mente
umana organizza i dati dell’esperienza sensibile. E i DialoQui
continuano e si evolvono grazie anche a Paola che crede nel valore
sperimentale dei miei laboratori e così dai comuni della
bassa l’occasione di partire ad intrecciare idealmente il
mondo. Mentre percorro le lunghe strade che mi portano alle scuole
sento il mondo che intorno a me dialoga piano, con discrezione,
dentro il verde dorato della primavera. Rallento e guardo le grandi
case della pianura che sembrano sole ma invece si cercano l’un
l’altra. Insieme agli abitanti di questi luoghi e alle loro
mani lancio e collego fili che si intrecciano tra le cose, I paesi,
le panche, le città e idealmente gli intrecci passano I muri
attraversano I cieli giungono sui campanili. Organizzo un’operazione
reale, concettuale e fantastica di land art dove avvengono scambi
con il vento, le parole, l’emozione, I materiali, gli sguardi
dentro ad un grande sogno collettivo di pace.
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