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RACCONTI SULLA NATURA, Aqua Aura
Antonella De Nisco, mostra a cura di Matteo Galbiati, 9 ottobre - 14 novembre 2021, Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art, Arteam Cup, Villa Pisani Bonetti, Bagnolo di Lonigo, Vicenza
RACCONTI SULLA NATURA Aqua Aura - Antonella De Nisco mostre a cura di Matteo Galbiati progetto promosso da Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art mostre-premio nell'ambito di Arteam Cup 2019 - V edizione main partner Arteam - Associazione Culturale, Albissola Marina (SV) in collaborazione con Accademia di Belle Arti SantaGiulia, Scuola di Comunicazione e Didattica dell'Arte, Brescia 9 ottobre - 14 novembre 2021 Inaugurazione sabato 9 ottobre 2021 dalle ore 17.30 Villa Pisani Bonetti Bagnolo di Lonigo (VI) L'Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art ha il piacere di annunciare l'inaugurazione di Racconti sulla Natura, una doppia mostra personale che ha per protagonisti gli artisti Aqua Aura e Antonella De Nisco. In programmazione già per lo scorso anno, ma interrotto e bloccato dall'emergenza pandemica, questo progetto ha ora modo di aprire al pubblico per il finale della stagione espositiva di Villa Pisani Bonetti, villa palladiana celebre per la sua ricca collezione permanente di arte contemporanea, presente sia nelle sale interne della villa che nel suo grande parco. Le due esposizioni, pensate appositamente - come consuetudine per questo luogo - in relazione alle suggestioni degli ambienti interni ed esterni della storica dimora, si collocano negli spazi delle due cantine del seminterrato seguendo un parallelismo di opposte similitudini, che avvicina le ricerche dei due artisti pur lasciandone indipendente la specifica singolarità. Racconti sulla Natura ha la sua genesi quando l'Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina (SV) invita Manuela Bedeschi e Carlo Bonetti, in veste di collezionisti, mecenati e di rappresentanti dell'Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art, ad assegnare un Premio Speciale - costituito proprio da un progetto di mostra inedito - nell'ambito della V edizione dell'Arteam Cup 2019. La loro scelta ha voluto ampliarsi premiando due artisti al posto di uno solo con il fine di offrire una doppia lettura su uno dei temi a loro caro che è quello della relazione tra Arte e Natura, come già attestano le numerose opere e i molti interventi che negli anni si sono susseguiti nella Villa. La volontà è stata di individuare liberamente, tra tutti i finalisti, due ricerche che, rientrando nello spettro di interesse e delle linee seguite per ogni artista che qui è intervenuto, avvalorassero una multiforme riflessione sul tema "naturale" e, per una certa misura, fossero anche originalmente differenti e particolari rispetto alle stesse opere presenti nella collezione a testimonianza di chi qui ha esposto prima di loro. Aqua Aura e Antonella De Nisco sono stati i prescelti nel rappresentare l'idea di due polarità distanti e apparentemente lontane, ma volte a comuni interessi e vicine sensibilità tematiche: Aqua Aura, infatti, fa ricorso alla tecnologia, al video, al digitale per definire gli orizzonti simbolici e metafisici di mondi micro e macro cosmici in cui la visione sconfina in ambientazioni dal sapore scientifico, immaginifico e onirico allo stesso tempo; dall'altra, invece, abbiamo De Nisco che pone il proprio lavoro in connessione con il tempo della manualità, riconciliato con quello biologico dello sviluppo naturale, attraverso l'uso di intrecci e di "ricami" con elementi vegetali che "crescono" in punti chiave e determinanti nel processo di dialogo tra opera, spettatore e intorno.
Il percorso di Aqua Aura si apre con Where the lost things are (2019) video-installazione che racconta l'idea dell'artista sul dissolvimento della Natura e che porta a riflettere sul suo valore critico nel contesto sociale contemporaneo. Si prosegue poi con l'installazione di tre lightbox della serie Empty Spaces (2014-2018): il loro "vuoto" raccoglie e rinchiude il potenziale sospeso dei cambiamenti naturali, volendo essere un luogo di rifrazione dell'inespresso imminente. Ritorna anche in questa occasione la celebre Millennial Tears (2017) il video struggente che parla di identità, memoria e della loro lenta perdita e annullamento in uno struggente corrispondere di umano e naturale. Chiude la mostra un progetto inedito site-specific che l'artista ha pensato per il giardino e che prevede un dialogo con tre vecchi gelsi, testimoni e custodi di storie passate qui vissute. Anche in questo caso il tempo umano e naturale si conciliano nella loro lenta sparizione, che non è mai mero annullamento, ma semplice accettazione del divenire delle cose. La progettualità di Antonella De Nisco, nel rispetto della sua ricerca e secondo i suoi mezzi e le sue volontà espressive, riprende tipologie di lavori e serie già realizzate che, però, rinnovano il loro portato immaginativo inserendosi con specifica puntualità nei punti ritenuti iconograficamente nevralgici di questo storico luogo. Visitando gli spazi si incontra Radice, grande scultura che, sempre miscelando materie diverse, ripropone un elemento biologico in crescita sospeso al soffitto. Simili a questa per concetto sono i sei elementi della serie Spiatoi che, appoggiandosi alle finestre, sembrano indirizzare lo sguardo all'elemento luminoso che diventa parte di un dialogo e di uno scambio che rinnova sempre la struttura e la fisicità visiva. Partecipativa dell'opera e dell'ambiente in cui questa si proietta. Sembra conquistare la dimensione totale del luogo la scultura Attesa che, avvitandosi dal pavimento al soffitto a volta, ne attraversa la totalità, lasciando intuire che la sua crescita si estenda ben oltre i confini fisici delle mura che la contengono. Nel passaggio tra le due sale si ammira poi Monocolo che, scultura costituita da una forma tubolare di rami, ha un vuoto centrale, a simulare un binocolo o un telescopio, con cui si invitare chi osserva guardare il mondo con il filtro della Natura. Anche per De Nisco abbiamo un intervento per gli spazi esterni del parco: l'opera disseminata intitolata Innesti sospende la leggerezza degli intrecci delicatamente disegnati nel vuoto tra i rami degli alberi. Il progetto di scoperta delle opere lascia il dubbio sulla loro identità naturale o artificiale. La mostra Racconti sulla Natura, come detto, è l'esito di un confronto stretto tra i "committenti" e gli artisti proprio perché le due mostre personali fossero specchio della volontà di far convergere l'idea che ha animato ogni progettualità presentata dall'Associazione Culturale Villa Pisani Contemporary Art, con i nuovi lavori che qui si sedimentano nel tempo. In occasione della mostra l'Associazione presenta un catalogo con le vedute degli allestimenti con un testo di Matteo Galbiati e un dialogo intervista a cura delle studentesse del corso di Didattica dei Linguaggi della Scuola di Comunicazione e Didattica dell'Arte dell'Accademia di Belle Arti di SantaGiulia di Brescia.
Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo, progettata da Andrea Palladio a partire dal 1541, al ritorno dal suo primo viaggio a Roma, e realizzata tra il 1544 e il 1545, è forse l'opera più rappresentativa del periodo giovanile della sua attività e con essa inizia la collaborazione con la Repubblica veneziana. Ispirata alla monumentalità della Roma imperiale, Villa Pisani rappresentava l'affermazione del potere di Venezia sulla terraferma: la dimora rappresentativa e vivibile nello stesso tempo, controllava il territorio agricolo circostante, mentre la posizione sul fiume la collegava alla Serenissima per i trasporti di persone e di merci. La Villa presenta la facciata principale verso il fiume, mentre il retro si rivolgeva verso le zone lavorative del complesso. Ubicata all'interno del giardino della Villa è la Barchessa, in origine costruzione rustica con ampie tettoie ad archi a destinazione essenzialmente agricola, che oggi, dopo un attento restauro e completo ripristino, ritorna a vivere, preservata e valorizzata, nel XXI secolo, in veste di un raffinato Relais, i grandi Spazi Eventi e con il ristorante Osteria del Guà (www.labarchessadivillapisani.it).
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