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Acquabaleno
Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Reggiolo
Dedicato a tutti quelli che in Acquabaleno
sanno vedere una lacrima di riso e una lacrima di pianto.
Così com’è la nostra vita.
Acquabaleno per esorcizzare la paura dell’onda quando, improvvisa,
arriva ad invadere la pianura.
I ponti si chiudono, le golene vengono sgomberate, si formano crepe
e le preoccupazioni ci mettono a dura prova.
Tra golene deserte, torrenti pericolosamente vivaci e argini inquieti
scrutiamo con l’acqua il cielo. Il fiato sospeso in attesa
di una onda di piena, prevista o inevitabile: come metteremo al
sicuro le nostre cose?
Solo le cose che contano danno al tempo la possibilità di
allungarsi e diventare indimenticabile. Riusciremo a salvare le
cose e il tempo?
In bilico, sugli argini, sentiamo la paura e aspettiamo la luce;
cerchiamo la fiducia, il coraggio di affrontare la vita e le sue
sorprese.
L’”eccezionale” deve risolversi, fluire naturalmente,
diventare parte avventurosa della nostra vita.
Si farà ’”onda di ricordi” dove le alluvioni
si mischiano e rientrano nella normalità.
Eccoci vivi tra sospensioni sugli argini, deserti golenali, angoscia
e gioia di ritornare in superficie.
Aspettiamo l’arcobaleno, salvati da un’arca di passaggio,
consapevoli che come il fiume così la vita non si può
governare e che, alle volte, certi allagamenti servono per rinascere.
Il sommerso non emerge ma ritorna.
Le piene rigano le nostre guancie, scorrono e si intrecciano con
quelle degli altri, ci liberano insegnandoci emergenze improvvise,
agguati del destino.
L’onda, maestra delle piene, ci riporta su quello che conta,
rimane memoria della nostra esistenza a volte utile per fare bilanci,
sentire brividi, trattenere pensieri. L’onda ci aiuta a fermare
la corsa per goderci un arcobaleno.
A piedi nudi torneremo a raccogliere cipolle e fragole.


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